“Se un problema si ripresenta come una costante nella nostra vita, è inutile lamentarsi e prendersela con la sfortuna o con il destino cinico e baro. Anzi, la cosa migliore è agire in senso contrario ribaltando la prospettiva: siamo proprio noi, inconsapevolmente, a cercare quel problema! Fenomeno che Freud chiamò “coazione a ripetere”. Si tratta di persone che hanno la tendenza a ritrovarsi in situazioni “già vissute”, della propensione a scegliere sempre persone “sbagliate” e, più in generale, della predisposizione a commettere di frequente gli stessi errori“.
Schema Therapy di Jeffrey Young
La Schema Therapy cerca di cogliere quali esperienze si attivano in un dato momento e aiuta a trovare modalità adattive per soddisfare i propri bisogni.
I quattro concetti principali nel modello della Schema Therapy sono:
I 18 Schemi maladattivi precoci sono temi o schemi autodistruttivi che continuiamo a ripetere per tutta la vita.
I primi schemi si riferiscono ai bisogni emotivi di base di un bambino. Quando questi bisogni non vengono soddisfatti durante l’infanzia, si sviluppano schemi che portano a modelli di vita maladattivi.
Ciascuno dei 18 schemi rappresenta specifici bisogni emotivi che non sono stati adeguatamente soddisfatti durante l’infanzia o l’adolescenza.
Gli stili di coping maladattivi sono i modi in cui il bambino si adatta agli schemi e alle esperienze infantili dannose. Ad esempio, alcuni bambini si arrendono ai loro schemi; alcuni trovano modi per bloccare o evitare il dolore; mentre gli altri bambini reagiscono o compensano eccessivamente.
I Mode sono gli stati emotivi momento per momento e le risposte di coping che tutti noi sperimentiamo. Spesso i nostri Mode sono innescati da situazioni di vita a cui siamo ipersensibili (i nostri “pulsanti emotivi”). I Mode ci portano a reagire in modo eccessivo alle situazioni o ad agire in modi che finiscono per ferirci.
Gli obiettivi principali della Schema Therapy sono:
aiutare i pazienti a rafforzare la loro modalità Adulto Sano;
indebolire le loro modalità di coping disadattive in modo che possano tornare in contatto con i loro bisogni e sentimenti fondamentali;
guarire i loro primi schemi disadattivi; •rompere i modelli di vita guidati da schemi; e infine soddisfare i loro bisogni emotivi fondamentali nella vita di tutti i giorni.
Cosa dice la letteratura sulla Schema Therapy
La Schema Therapy offre un approccio innovativo ed efficace per il trattamento di pazienti con disturbi d’ansia, depressione, disturbi alimentari e in particolar modo per i disturbi di personalità. La Schema Therapy è stata originariamente ideata dallo psicoterapeuta Jeffrey Young per pazienti con delle difficoltà relazionali croniche e radicate che non hanno tratto beneficio dalla terapia cognitivo comportamentale standard. Negli ultimi anni la Schema Therapy è diventata un modello generale per il trattamento di diverse problematiche.
La Schema Therapy cerca di cogliere le tematiche che si nascondono dietro i sintomi, i cosiddetti “schemi”: emozioni, pensieri, ricordi, sensazioni corporee dolenti che si sviluppano se bisogni universali d’amore, di protezione, autonomia, libertà, spontaneità-gioco e contenimento non sono stati soddisfatti nell’infanzia.
Questi schemi possono essere attivati da particolari situazioni che in qualche modo richiamano gli eventi dolorosi del passato e possono essere rivissute ripetutamente nel corso della vita causando una sofferenza intensa e portando a condotte disfunzionali.
Queste condotte disfunzionali, i cosiddetti stili di coping (p.e. resa, evitamento, ipercompensazione), che ognuno sviluppa per fronteggiare e/o evitare le emozioni intense possono loro stesse mantenere oppure aggravare la problematica.
Le caratteristiche più peculiari della Schema Therapy sono:
Enfasi sulle emozioni e bisogni delle persone. La Schema Therapy cerca di cogliere quali esperienze si attivano in un determinato momento (i cosiddetti mode) e aiuta a trovare delle modalità adattive e sane per soddisfare i propri bisogni.
Una comprensione delle difficoltà attuali attraverso episodi e dinamiche dell’infanzia e dell’adolescenza. La Schema Therapy rielabora e trascrive i vissuti dolorosi del passato per favorire esperienze nuove e correttive nel presente.
Enfasi sulla relazione terapeutica. La relazione terapeutica è vista come base sicura ed è un fattore fondamentale di cambiamento.
Spiegazione degli interventi terapeutici della Schema Therapy
La Schema Therapy integra diversi concetti e tecniche. Come negli altri approcci della terapia cognitiva anche nella Schema Therapy si lavora per obiettivi e il terapeuta ha un ruolo attivo nell’aiutare la persona a raggiungere i propri obiettivi. Tutte le tecniche utilizzate sono state sottoposte a numerose verifiche scientifiche. I fattori curativi centrali sono le tecniche focalizzate sulle emozioni e la relazione terapeutica stessa.
Le tecniche focalizzate sulle emozioni sono tecniche esperienziali che aiutano il paziente a riconoscere, a esprimere e a modulare le emozioni; si tratta di”tecniche delle sedie” e tecniche d’immaginazione. Nel cosiddetto imagery rescripting la situazione infantile difficile viene rielaborata immaginando una figura di supporto che cambi la situazione in modo che il vissuto traumatico d’ansia, di colpa o di vergogna si trasformi in un’esperienza correttiva e la persona possa percepire sicurezza, tutela e cura per i propri bisogni.
Il terapeuta della Schema Therapy si presenta come una persona “vera”, capace di calore e affetto, disponibile a soddisfare i bisogni primari di sicurezza, stabilità, accettazione e autonomia (Limited Reparenting). Egli, in modo delicato e chiaro, mette a confronto la persona con le sue sofferenze e strategie di vita (confronto empatico). Così facendo cerca di entrare in relazione con tutte le parti del paziente: la sua parte più vulnerabile (il cosiddetto bambino vulnerabile), le sue diverse strategie di coping (i cosiddetti mode di coping), la sua parte severa, criticante e svalutativa (la cosiddetta parte genitoriale interiorizzata) e con le sue parti sane(il cosiddetto bambino felice e adulto sano) costruendo un dialogo curativo con ognuna di esse.
L’obiettivo della Schema Therapy è rafforzare il cosiddetto adulto sano presente in noi, che accudisce e valorizza la nostra parte vulnerabile, ci difende da autocritiche o richieste irrealistiche, modifica condotte disfunzionali e si orienta ai propri valori per vivere attività e relazioni sane e autorealizzare i nostri obiettivi.
Nella Schema Therapy si utilizzano in modo integrato anche le tecniche cognitive e le tecniche comportamentali della terapia cognitiva comportamentale standard che hanno mostrato un’alta efficacia per la riduzione sintomatologica e per il cambiamento delle credenze di base; per esempio, identificazione e cambiamento delle proprie credenze, riduzione del perfezionismo o delle autocritiche tramite disputing, analisi dei pro e contro, tecniche per aumentare le abilità sociali, aumento delle attività positive oppure tecniche di rilassamento.
Come si struttura concretamente la Schema Therapy
La Schema Therapy è una psicoterapia particolarmente strutturata che si articola in tre fasi.
La prima fase di “Assessment psicoeducazione” aiuta il paziente ad analizzare i problemi principali, a identificare i temi correnti (gli schemi o i“mode”), a comprenderne le origini e a creare delle associazioni fra essi e i problemi della vita presente. Il terapeuta crea una relazione terapeutica nella quale il paziente si sente compreso, rispettato e sicuro costruendo insieme al paziente un modello individuale che raccoglie e spiega le problematiche principali e dà indicazioni per la seconda fase di trattamento. In alcuni casi, nella fase di assesment si può far ricorso ai vari test per elaborare insieme al paziente una diagnosi e una concettualizzazione personale del suo disagio.
La seconda fase di “Trattamento e Cambiamento” è la fase in cui, in modo strutturato e integrato, vengono attivate diverse tecniche e strategie. Tra queste ricordiamo: tecniche esperienziali/emotive, imagery rescripting, tecniche cognitive, tecniche comportamentali e tecniche relazionali. Tutte queste tecniche hanno l’obiettivo di correggere gli schemi e sostituire gli stili di coping disadattivi con modelli di comportamento più funzionali. Questo affinché il paziente possa sviluppare e rafforzare la sua parte di“adulto sano” e riesca così a soddisfare i suoi bisogni, seguendo i propri valori di vita, in modo sano e soddisfacente.
Nella terza fase di “Autonomia” il paziente assume sempre più responsabilità, sviluppa relazioni sane fuori del contesto terapeutico, aumenta l’integrazione sociale e lavorativa. Gradualmente in questa fase si riducono i contatti tra paziente e terapeuta.
Tempistiche
La durata del trattamento dipende dalla complessità della problematica portata dal paziente.
Bibliografia
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