Secondo un’indagine BVA-Doxa del 2021, in Italia 3 persone su 4 soffrono di ansia e stress da lavoro, un fenomeno che ha portato quasi mezzo milione di persone a dare le dimissioni fra aprile e giugno 2021 (Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali).
Lo stress lavoro-correlato può essere definito come un danno fisico e una riposta emotiva che interviene quando le caratteristiche del lavoro non corrispondono alle capacità, risorse o bisogni dei lavoratori. Può condurre ad un indebolimento della salute e addirittura ad infortuni (Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, 2000).
Lo stress non è una malattia, ma uno stato di prolungata tensione che può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare problemi di salute psicologica e fisica (come ad esempio, ansia, depressione, esaurimento nervoso e cardiopatie) (Backé et al., 2012; Chen et al., 2009).
Lavorare sotto una certa pressione per un breve periodo può migliorare le prestazioni e dare soddisfazione quando si raggiungono obiettivi impegnativi. Al contrario, quando le richieste e la pressione diventano eccessive e prolungate possono causare stress e gravi problemi di salute mentale e fisica.
Perché è così importante gestire lo stress lavoro-correlato?
Affrontare lo stress lavoro-correlato e i rischi psicosociali può essere considerato costoso, ma ignorarli costa molto di più, come evidenziato da numerose ricerche (Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, 2014):
Ricerche recenti nei paesi della Comunità Europea evidenziano come lo stress legato alla attività lavorativa sia il problema di salute più largamente diffuso tra i lavoratori europei dopo i disturbi muscoloscheletrici.
La condizione di stress interessa circa il 22% dei lavoratori in Europa.
È stato stimato che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% delle giornate lavorative perse in un anno è correlata allo stress lavoro-correlato.
Lo stress comporta costi significativi sia per le organizzazioni sia per le economie nazionali. Da una relazione dell’Eu-Osha (2014) emerge che il costo economico dello stress legato alla attività lavorativa in Europa è pari a 20 miliardi di euro all’anno (costi legati alla perdita di produttività, assenteismo per malattia, assistenza sanitaria ecc.).
E’ altamente probabile che il fenomeno aumenti in futuro, a causa di alcuni cambiamenti in corso nel mondo del lavoro (es. contratti di lavoro precari, insicurezza lavorativa, forza lavoro sempre più vecchia, squilibrio fra lavoro e vita privata): l’Organizzazione mondiale della Sanità prevede che entro il 2020 la depressione – spesso associata a uno stile di vita stressante – sarà la principale causa di assenza sul lavoro.
Effetti dello stress lavoro-correlato sui lavoratori
Disturbi dell’umore (es., ansia, attacchi di panico, depressione, apatia)
Disturbi del sonno (es., insonnia, incubi notturni, spossatezza al risveglio)
Disturbi cognitivi (es., disturbi della memoria, difficoltà di concentrazione)
Disturbi gastrointestinali (il nervosismo può stimolare lo stomaco e causare contrazioni spasmodiche dell’intestino, colite)
Disturbi dell’apparato cardiocircolatorio (es., ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica)
Disturbi dell’apparato genitale (es., alterazioni del ritmo mestruale, amenorrea)
Disturbi della sfera sessuale (es., calo del desiderio, impotenza)
Disturbi dermatologici (es., dermatiti, psoriasi, arrossamenti).
Effetti dello stress lavoro-correlato sull’azienda
Maggiore assenteismo
Maggiore turnover
Aumento degli infortuni
Maggiore conflittualità
Peggioramento del clima interno
Diminuzione della produttività e della qualità
Peggioramento dell’immagine aziendale.
Quali sono i benefici della valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato?
Tutti questi elementi rappresentano per l’azienda evidenti costi che potrebbero essere sensibilmente ridotti applicando un percorso di valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato che non sia semplicemente una procedura dovuta al mero rispetto della normativa, ma anche una presa di coscienza dell’azienda e dei lavoratori sulla tematica stress lavoro-correlato e sull’importanza della promozione di un ambiente di lavoro sano. I vantaggi sono:
Per i LAVORATORI: maggiore benessere e soddisfazione sul lavoro.
Per i DIRIGENTI: una forza lavoro più sana, più motivata e più produttiva.
Per le AZIENDE: miglioramento delle prestazioni, riduzione dei tassi di incidenti ed infortuni, minore assenteismo e turnover.
Per la SOCIETA’: riduzione dei costi e degli oneri per i servizi.
La valutazione del rischio stress lavoro-correlato è un obbligo normativo
La legge attualmente in vigore che disciplina la valutazione del rischio stress lavoro correlato è il D.Lgs. 81/08, art. 28 e successive modifiche e integrazioni.
Il D.Lgs 81/2008, in materia di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro e le successive disposizioni integrative e correttive, obbligano il datore di lavoro ad effettuare la valutazione dello stress lavoro-correlato secondo quanto previsto dall’Accordo Quadro Europeo, siglato a Bruxelles l’8 ottobre 2004. Tale articolo stabilisce che: “La valutazione … deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004” (art. 28, comma 1).
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